Metatalamo in 3D e prima visualizzazione della sua citoarchitettonica

 

 

GIOVANNI ROSSI

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XIX – 09 aprile 2022.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

Tutta l’informazione sensoriale proveniente dagli organi recettori periferici nel cervello dei mammiferi deve passare per il talamo prima di giungere alla corteccia cerebrale; l’importanza acquisita nell’evoluzione dal senso della vista e dell’udito si comprende anatomicamente dallo sviluppo nella nostra specie di una struttura specializzata annessa al talamo stesso, rispetto al quale è caudoventrale, detta metatalamo. Costituita dai corpi genicolati laterali, che ricevono fibre attraverso il braccio congiuntivo superiore dai tubercoli superiori visivi della lamina quadrigemina, e dai corpi genicolati mediali, che ricevono fibre attraverso il braccio congiuntivo inferiore dai tubercoli inferiori acustici della lamina quadrigemina, la struttura metatalamica ha un’importanza assoluta nella fisiologia delle vie ottica e acustica. Infatti, il metatalamo non è una semplice stazione di passaggio dell’input originato nella retina e nella coclea ma, con i nuclei dei suoi corpi genicolati, costituisce uno snodo o un hub di connessione per l’elaborazione dei segnali visivi e uditivi nei sistemi neuronici di gran parte del cervello.

Fino ad oggi non si disponeva di una cartina tridimensionale o “mappa 3D” della struttura citoarchitettonica dei corpi genicolati metatalamici, e questo è stato un grosso limite per la comprensione dei ruoli o dei contributi di queste formazioni all’elaborazione di quanto captato da occhio e orecchio. Infatti, una delle ragioni della grande distanza tra anatomia e fisiologia dell’encefalo, che ancora oggi si rileva nello studio accademico, è costituita dal fatto che la comprensione del rapporto tra morfologia e funzione richiede una conoscenza analitica e tridimensionale della struttura microscopica dell’encefalo.

Kai Kiwitz e colleghi hanno condotto uno studio, ora in pre-pubblicazione elettronica su Frontiers in Neuroanatomy, che ha consentito la realizzazione di una mappa citoarchitettonica in 3D del metatalamo umano, prendendo le mosse dal BigBrain dataset, una preziosa banca dati in continuo aggiornamento quale parte dello Human Brain Project. In tal modo, gli autori dello studio hanno definito le tre suddivisioni interne del corpo genicolato mediale e la struttura dei sei strati del corpo genicolato laterale.

(Kiwitz K., et al. Cytoarchitectonic Maps of the Human Metathalamus in 3D Space. Frontiers in Neuroanatomy Epub ahead of print doi: 10.3389/fnana.2022.837485, 2022).

La provenienza degli autori è la seguente: Cecile and Oskar Vogt Institute of Brain Research, University Hospital Dusseldorf, Medical Faculty, Heinrich Heine University, Dusseldorf (Germania); Max Plank School of Cognition, Leipzig (Germania); Institute of Neuroscience and Medicine (INM-1), Julich Research Center, Julich (Germany); Helmholtz AI, Julich Research Center, Julich (Germania); Mc Gill Center for Integrative Neuroscience, McConnel Brain Imaging Center, Montreal Neurological Institute, McGill University, Montreal QC (Canada); National Research Council of Canada, Ottawa, ON (Canada).

Il metatalamo umano svolge un ruolo importante come stazione di relay sottocorticale per l’elaborazione visiva e uditiva, ma è anche una struttura del nevrasse di notevole interesse medico per la sua partecipazione a numerosi processi patologici. Rilevarne e analizzarne la citoarchitettonica nella sua configurazione volumetrica potrà migliorare non solo la comprensione del valore neurofisiologico delle sue connessioni ma anche lo studio delle patologie che lo interessano.

Kai Kiwitz e colleghi hanno provato a definire la microanatomia tridimensionale metatalamica umana normale come conoscenza istologica nel suo volume reale, e non limitata alle sezioni di tessuto dell’istologia classica, così da poter scoprire le suddivisioni e la morfologia stratificata. L’obiettivo della ricerca consisteva nel giungere alla definizione delle mappe citoarchitettoniche del corpo genicolato mediale (MGB) e delle sue suddivisioni interne nel BigBrain – un modello istologico del cervello umano ricostruito in 3D – e nell’ottenere mappe citoarchitettoniche probabilistiche sia di MGB quanto del corpo genicolato laterale (LGB).

A questo scopo sono stati prelevati campioni metatalamici da 10 cervelli durante l’esame necroscopico post-mortem, sono state ottenute sezioni istologiche, che sono state poi sottoposte ad attenta osservazione microscopica.

È già noto che il corpo genicolato laterale (LGB) è una struttura esastratificata, ossia costituita da 6 lamine distinte di aggregati pirenoforici, innervate dalle fibre del tratto ottico corrispondenti al campo visivo controlaterale. Si sa anche che le 2 lamine magnocellulari e le 4 parvocellulari elaborano informazioni di vie retiniche funzionalmente distinte.

Il corpo genicolato mediale (MGB) è notoriamente sede ricevente di proiezioni ascendenti tonotopicamente organizzate, attraverso il lemnisco mediale, di proiezioni dal collicolo inferiore della lamina quadrigemina e dalla corteccia uditiva. Da un punto di vista citoarchitettonico può essere suddiviso in tre compartimenti principali: ventrale, dorsale e mediale.

Entrambi i nuclei genicolati hanno proiezioni prevalenti ad aree corticali e, come si è detto, fungono da collegamento per le interazioni multiple sottocorticali. Per MGB, la parte acustica del metatalamo, l’interesse medico è dovuto al suo ruolo nel tinnitus, ossia l’acufene spesso insopprimibile generato all’interno dell’apparato uditivo, e ai ruoli che gli sono stati attribuiti nel riconoscimento del linguaggio e nella dislessia dello sviluppo. Per LGB, la parte visiva del metatalamo, l’interesse medico è dovuto ai suoi ruoli nel glaucoma, nella sclerosi multipla, nella malattia di Parkinson e in numerosi disturbi psichiatrici.

Kai Kiwitz e colleghi hanno riconosciuto le tre suddivisioni di MGB, cioè MGBv, MGBd, MGBm in ogni quinta sezione di BigBrain, e hanno applicato uno strumento basato su apprendimento profondo (deep-learning based tool) per mapparle in tutte le sezioni rimanenti. La mappa è stata ricostruita in 3D per mostrare la configurazione e l’estensione di MGB e le sue suddivisioni con precisione di livello cellulare.

LGB e MGB sono poi stati identificati e studiati in campioni di tessuto cerebrale talamico prelevati da altri 9 cervelli di defunti.

Le mappe citoarchitettoniche probabilistiche sono state computate negli spazi di riferimento MNI “Colin27” e MNI ICBM152, e rivelano una bassa variabilità interindividuale nella topografia e nell’estensione. Le mappe probabilistiche sono già state incluse dagli autori dello studio nel Julich Brain Atlas e sono già disponibili gratuitamente. Queste mappe possono essere associate agli altri dati 3D dell’organizzazione del cervello umano ed essere utilizzate come riferimento anatomico per studi di neuroimmagine diagnostici, prognostici e terapeutici di cervelli di pazienti, ma anche per le osservazioni sperimentali della ricerca neurofisiologica su cervelli di individui in buona salute.

Gli autori di questo studio, che sicuramente ha il suo pregio maggiore nel dato tecnico specialistico per il quale si rimanda al testo e alle illustrazioni dell’articolo originale, concludono evidenziando che le mappe ad alta risoluzione di MGB Big Brain forniscono basi per 1) l’integrazione dei dati; 2) la realizzazione di modelli cerebrali; 3) la simulazione della partecipazione in più ampia scala ai circuiti talamocorticali e locali subcorticali.

Anche se questi aspetti sono strettamente tecnici e non appaiono di interesse immediato per chi è abituato all’anatomia descrittiva macroscopica e al ricorso all’anatomia microscopica solo per caratterizzazioni istologiche paradigmatiche, come la struttura della corteccia esalaminare, lo studio di Kai Kiwitz e colleghi può considerarsi come una tessera nel mosaico delle nuove conoscenze strutturali a supporto della futura definizione di nuovi modelli morfo-funzionali della connettività microscopica.

 

L’autore della nota ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e invita alla lettura delle recensioni di argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).

 

Giovanni Rossi

BM&L-09 aprile 2022

www.brainmindlife.org

 

 

 

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